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Storia in viaggio: gli studenti incontrano testimone di Mauthausen

 

Sabato 4 maggio gli studenti del progetto “Storia in viaggio” sono stati felici e onorati di conoscere e intervistare Marcello Martini, il più giovane deportato politico italiano a Mauthausen.

Deportato dai nazisti quando aveva appena 14 anni, nel 1944, Marcello Martini è sopravvissuto al lager fino all’arrivo delle truppe americane e ha raccontato la sua toccante vicenda nel libro “Un adolescente in lager”, che gli studenti del Cattaneo-Deledda avevano letto prima del Viaggio della Memoria. Da lì, l’idea di conoscerlo: la figlia Alessandra, che ringraziamo sentitamente, ci ha invitati a raggiungerlo in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria del paese in cui abitano, Castellamonte (To).

Desiderio che si è potuto concretizzare grazie al generoso sostegno e incondizionato della Fondazione Fossoli, che ci ha accompagnato con l’operatrice Giulia Santoro e il sig. Francesco, che durante il viaggio ci ha raccontato la storia di suo padre, Marino Schiavina, partigiano di Anzola Emilia fucilato dal nazi- fascisti nel 1944.

Marcello Martini, con un modo di parlare semplice, diretto, talvolta ironico, ha catturato l’attenzione di tutti, commuovendo i presenti. Martini ha detto ai ragazzi: “Ragionate sempre con la vostra testa, cercare di andare sempre al di là della propaganda, cercate di capire cosa c’è dietro a tante parole ingannatrici. Questo è l’unico consiglio che vi posso dare. Dall’internazionalismo al razzismo il passo è breve. Vi dico: state attenti a tutte le parole che si incuneano piano piano e vi trovano indifesi, come eravamo noi ai tempi del fascismo".

Toccante anche la lettera della senatrice a vita Liliana Segre: «Quella di Marcello Martini è una storia emblematica del nostro Novecento. Antifascista, vive l'esperienza terribile dei campi di concentramento nazisti, riesce a sopravvivere, torna in Italia, si laurea in chimica, trascorre una vita di impegno professionale e civile. La sua esperienza negli anni peggiori della seconda guerra mondiale incrocia per molti versi la mia.(…) Abbraccio idealmente Marcello Martini e tutti voi, ricordando il perenne monito di Primo Levi: "È accaduto, può accadere ancora". Mai dimenticare, mai voltarsi dall'altra parte, mai restare indifferenti, perché i pericoli del razzismo, dell'antisemitismo, della xenofobia sono sempre incombenti e di pace e democrazia c'è sempre un rinnovato bisogno».